Fascismo giornalistico

Non firmato, “L’Ordine Nuovo”, anno I, n. 132,13 maggio 1921.

La “Stampa”, che sino ad oggi non si è ancora scomodata troppo per la campagna elettorale, che si è dimenticata dell’ardore e dell’acredine posti nel novembre 1919 per combattere la lista dei candidati che oggi dovrebbe sostenere, che si è accontentata di pubblicare - come un fatto di cronaca qualunque - la lista del blocco in cui essa pure è bloccata, esce dal riserbo per un attacco contro i comunisti. “La Stampa” nel suo attacco contro i comunisti usa però un linguaggio e un sistema tale che riesce difficile contraddirla mantenendosi nel campo delle idee. “La Stampa” attacca i comunisti raccogliendo nei bassifondi della ignoranza, del pettegolezzo reazionario e socialdemocratico tutta la spazzatura che le è possibile ed elevandola all’altezza del ragionamento e della critica politica. Con questa roba non si polemizza, come non si polemizza con le vignette del “Pasquino ” o coi trucchi fotografici dell’“on. Bomba”, come non si smentiscono le notizie delle agenzie antibolsceviche, come non si prende sul serio la bestemmia o l’urtone che vi dà un ubbriaco.


Se “La Stampa” invece di raccogliere della spazzatura avesse voluto fare della critica politica si sarebbe chiesto quale è il pensiero politico del Partito comunista e se questo pensiero comunista non trova una esatta rispondenza e una conferma nei fatti che si stanno svolgendo attualmente.
La tesi centrale del Partito comunista è questa: che gli operai e i contadini se vogliono garantire la loro libertà e la loro vita debbono costituire uno Stato, debbono ordinare le loro forze in modo organico, per la conquista del potere, debbono dare una disciplina alla loro classe e fare di questa disciplina la norma della società intera.
Questa, che è la parola d’ordine della Internazionale comunista e di tutte le sue sezioni nel mondo intero, si può dimostrare in qualche modo che non sia storicamente attuale, o si può dimostrare che non sia storicamente attuale oggi, in Italia? Che cosa hanno scoperto i raccoglitori di spazzatura della “Stampa” che neghi la necessità di questo programma, che contraddica la verità delle constatazioni e delle premesse su cui esso si basa? Hanno scoperto… che i riformisti della Cooperativa ferroviaria di Torino non sono dei comunisti, hanno scoperto che la Lega industriale e l’Amma sono state più forti degli operai della Fiat, i quali chiedevano si applicasse nella loro officina il controllo così caro al cuore della “Stampa” e di Giovanni Giolitti, hanno scoperto che Agnelli è stato capace, come un qualunque generale inglese, di prendere per fame diecimila operai, di affamare le loro donne e i loro bambini e costringerli in tal modo a tornare al lavoro, con la rabbia e con propositi di rivincita nel cuore. Tutto ciò, per i raccoglitori di spazzatura della “Stampa”, prova che i comunisti sono dei truffatori e degli sfruttatori del proletariato, che il proletariato non crede più al loro verbo, e prova soprattutto che la loro parola d’ordine e il loro pensiero politico non corrispondono alla realtà e alle necessità odierne della classe operaia.
Ma c’è altro. C’è la situazione politica generale italiana, ci sono gli incendi, le devastazioni, i saccheggi, gli assassini, tutto per dimostrare il fallimento dei comunisti. Ecco, se la “Stampa” non avesse fatto scrivere questo articolo da uno spazzaturaio ma da un uomo capace di riflettere e di pensare, questi si sarebbe guardato dal fare uso di questo argomento. In questo argomento è contenuta la riprova delle affermazioni dei comunisti, è implicita la dimostrazione della verità delle tesi che l’Internazionale comunista e le sue sezioni propongono in tutto il mondo agli operai, i quali sono desiderosi di combattere per garantire la loro libertà e la loro vita. Si è mai avuto in tutto il mondo dimo-strazione migliore della impossibilità nella quale si trovano le forze della società attuale di ricomporsi in unità, cioè in equilibrio, senza che si costituisca o una dittatura di classe borghese o una dittatura di classe proletaria? Non solo, ma dove si può trovare meglio che nel corso degli attuali avvenimenti d’Italia la dimostrazione di un’altra delle tesi fondamentali del comunismo, questa: che soltanto la dittatura di classe proletaria può, attraverso la ferrea disciplina del lavoro e della produzione, ricostituire l’ordine, la civiltà, e ricreare uno Stato mentre la dittatura di classe borghese è ferocia inutile è barbarie senza scopo, è dissoluzione sistematica e procedimento di regresso che non si scorge come possa venire arrestato? Vi era maggior ordine alla Fiat quando gli operai eleggevano i loro commissari e ad essi ubbidivano o adesso, che sono trattati col terrore ed eleggono loro rappresentante… Girardengo? E lo Stato? Dov’è lo Stato, chi è lo Stato oggi in Italia? È il Fascio… o è il ministero degli Interni, è il prefetto che cerca ancora di ubbidire a Giolitti o il commissario di pubblica sicurezza che ha in tasca la tessera di fascista?
Qual è la legge italiana oggi? È lo Statuto che garantisce inviolabilità di persona, di domicilio, libertà di parola, di stampa, ecc., ecc., ecc., ecc., o sono gli ordini dei capibanda che scorrazzano le campagne, che entrano nelle case a sgozzare uomini e bastonare donne e bambini, che tolgono ai contadini e agli operai il desiderio di lavorare perché mostrano loro un poco troppo apertamente che sono degli schiavi, che preparano l’incendio dei raccolti, la diserzione delle officine, il terrore, la carestia, la morte? Forse che tutte queste cose avvengono nella Russia dei Soviet, dove da tre anni un popolo intero resiste e oggi si risolleva con le forze del suo lavoro e con la disciplina della sua volontà, grandioso, colossale esempio, terrore di tutti i borghesi, orgoglio e fede di tutti i proletari del mondo?
La distruzione dello Stato, la fine della legge, la dissoluzione della società in cui si riassume la situazione politica italiana odierna che cosa sono se non la fine della borghesia come classe di governo, come classe capace di garantire un ordine, di creare e mantenere in vita uno Stato? Constatato ciò noi non diciamo agli operai se non questo: che soltanto la loro classe ha ancora capacità di governare, e che per fare ciò deve conquistarsi il potere. “La Stampa” in mancanza di un programma politico che sia come questo adeguato alla realtà e la spieghi e la comprenda, va in cerca di spazzatura, e rimette a nuovo tutte le sciocchezze e tutte le menzogne, persino quelle inventate dai suoi cronisti a danno di operai e operaie, che poi sono stati assolti per inesistenza di reati… Con questa roba non si polemizza. Constatiamo il fatto, il fascismo fa progressi: che cosa è questo se non del fascismo giornalistico?

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