53.21 - Seroni, Adriano, De Sanctis, Zola e la cultura italiana moderna
Seroni, Adriano, De Sanctis, Zola e la cultura italiana moderna, in «Rinascita» [Roma], X (1953) pp. 492-497
Da una nota pubblicata ad apertura di LVN in cui AG «pone l’accento sull’attenzione che il De Sanctis, nell’ultima fase della sua vita e della sua attività, rivolse al romanzo naturalista e verista.» (p. 492) S. approfondisce dunque quest’ultimo periodo della critica letteraria dell’intellettuale avellinese, che è caratterizzato dalla polemica contro l’apatia della cultura italiana postunitaria: «una ragione polemica, che ancora una volta prova quanto giusta e profonda fosse l’intuizione di Gramsci allorché egli parlava di appassionato fervore e di partigianeria della critica di De Sanctis.» (p. 496) L’a. riporta gli esempi nei quali per il De Sanctis sono rintracciabili le origini negative della letteratura italiana: Guicciardini e Foscolo, da superare attraverso le concezioni di Vico, Leopardi, e soprattutto, al di fuori del panorama italiano, Zola; dal complesso di osservazioni critiche sulla letteratura e sulla storia compiute dal De Sanctis, si percepisce già quella che sarà l’analisi gramsciana sul «carattere non nazional-popolare della letteratura italiana e quindi la sua scarsa modernità» (p. 496) e più in generale la critica alla «scissione fra intellettuali e “popolo”.» (p. 497)