52.05 - Caracciolo, Alberto, Per una storia del movimento contadino in Italia
Caracciolo, Alberto, Per una storia del movimento contadino in Italia, in «Società» [Firenze], VIII (1952) pp. 469-96
La comune interpretazione del mondo contadino come elemento di stazionarietà piuttosto che di sviluppo e progresso porta a considerarlo ai margini della storia e conseguentemente è da riconoscere un’arretratezza degli studi sul tema. C. individua nelle riflessioni gramsciane il punto di partenza per ritrovare la centralità delle classe subalterne nella storia. La svolta di carattere politico a partire dall’esperienza ordinovista che punta sull’unità tra movimento operaio urbano settentrionale e ceto contadino meridionale per la conquista del potere deve corrispondere, a livello storiografico, ad uno studio di livello nazionale dei rapporti tra politica statale e classi subalterne, tra dirigenti e classi innovatrici. Superando tradizioni storiografiche come quella idealista e socialista-riformista, è necessario percorrere la direzione storiografica indicata da AG, seguendo l’orientamento contadino durante la rivoluzione liberale e borghese nelle singole regioni ed evitando la genericità con approfondimenti nella documentazione e nell’interpretazione. Un esempio in tal senso è l’incoraggiamento, per contributi monografici a carattere regionale e locale, dato dalla Fondazione Feltrinelli, dall’Istituto Gramsci e dalle Federazioni contadine, con la promozione del reperimento e censimento di fonti.