55.23 - Mondolfo, Rodolfo, Intorno a Gramsci e alla filosofia della prassi
Mondolfo, Rodolfo, Intorno a Gramsci e alla filosofia della prassi, in «Critica Sociale» XLVII (1955) pp. 93-95; 105-108; 123-127
Poi in
Id., Intorno a Gramsci e alla filosofia della prassi, Prefazione di Enrico Bassi, Milano, Edizioni della «Critica Sociale», 1955, pp. 20-61
Id., Da Ardigò a Gramsci, Milano, Nuova Accademia, 1962, pp. 139-90
Id., Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908-1966, introduzione di Norberto Bobbio, Torino, Einaudi, 1968, pp. 279-304
A seguito dello studio di Matteucci, La cultura italiana e il marxismo dal 1945 al 1951 (1953), l’a. precisa la sua posizione all’interno del pensiero marxista italiano con un confronto con il pensiero gramsciano. Contrariamente alle conclusioni di Matteucci, egli riconosce un punto di convergenza tra il suo pensiero e quello di AG non solo nella pars destruens, tesa alla critica e alla confutazione di altre teorie: questa critica sorge, infatti, da un terreno comune, «una stessa esigenza e finalità teorica positiva, che è la rivendicazione della teoria della prassi» (p. 94). In questo senso l’a. premette, per sé come per AG, un essenziale punto di partenza: la lettura antimetafisica di Marx operata da Labriola. L’a. analizza poi la divergenza teorica con il pensatore sardo, evidenziando quelle che a suo giudizio sono le contraddizioni insanabili del leninismo assimilato da AG e riprendendo la polemica degli anni Venti sull’immaturità delle masse e delle condizioni storiche.
Questo scritto si rifà per larga parte alle teorie contenute in NM, dove la critica del moderno Principe è una ricerca delle caratteristiche delle istanze bolsceviche, in contraddizione con un rapporto positivo tra libertà e autorità. Su questo punto si sviluppa il severo attacco di M. al bolscevismo, di cui intende dimostrare la carenza rispetto al rapporto libertà-autorità, fino a leggerlo come un rovesciamento della filosofia della prassi. A completamento del saggio, l’a. indica i punti in cui la teoria gramsciana sacrifica e schiaccia la libertà con l’autorità.