Dopo il Congresso socialista spagnuolo.
Alfa Gamma; «Il Grido del Popolo», n. 590, 13 novembre 1915. Raccolto in SG, 7-10.
Cosas de España.
Non crediamo che l'Internazionale sia viva solo quando regolarmente ne funziona il Bureau, e che per risorgere sia necessario che ricominci a emarginar pratiche o a pubblicare ordini del giorno. Per noi l'Internazionale è un atto dello spirito, è la coscienza che i proletari di tutto il mondo hanno (quando l'hanno) di costituire un'unità, un fascio di forze concordemente rivolto, pur nella varietà degli atteggiamenti nazionali, a uno scopo comune, la sostituzione della civiltà socialista a quella borghese, la sostituzione del fattore produzione al fattore capitale nel dinamismo della storia, l'irruzione violenta della classe proletaria, finora senza storia o con storia solo potenziale, nell'enorme movimento che produce la vita del mondo. Quando questa coscienza unitaria manca, non esiste Internazionale; e tutti gli sforzi per una sua rinascita sono vani e illusori quando i proletari, per una questione immediata che li prende alla gola e li costringe all'azione, si sgozzano sui campi di battaglia, individui storici di una realtà attuale concreta che pur è il necessario presupposto della realtà di domani per noi più bella e più interamente nostra.
Ma vivere bisogna e la vita ha bisogno di illusioni: illudiamoci che l'Internazionale viva, anche se i socialisti francesi e inglesi nella loro enorme maggioranza non ne vogliano sentir parlare, anche se i socialisti tedeschi rinnegano la radunata di Zimmerwald[1] e non sconfessano quei loro che parlarono di nuove annessioni e di imperi coloniali necessari al proletariato germanico. Rifugiamoci in un angolo tranquillo d'Europa. Ce ne arriva una eco in un foglietto modesto, dall'aspetto provinciale e umile, pur nella vibrazione di un entusiasmo che pare d'altri tempi tanto è composto ed ingenuo.
Ci fa conoscere il numero di «El Socialista» di Madrid i risultati del X Congresso nazionale del Partito socialista spagnuolo [2] È il più importante dei Congressi finora tenuti in Ispagna, ma i giornali della grande stampa non ne hanno neppure parlato, quantunque nei suoi risultati sia eccezionalmente importante per la vita politica spagnuola e forse internazionale in un non lontano domani.
Devono lottare, i socialisti spagnuoli, contro difficoltà enormi, contro una muraglia granitica di tradizioni secolari di apatia e di disinteresse politico, contro una decadenza economica ed un progressivo spopolamento che risale ai tempi di Filippo II, quando la nazione più ricca del mondo per un sistema di leggi protettrici dell'oro fu ridotta a poco a poco un cimitero, senza possibilità di sviluppo per un proletariato organizzato. Dar vita a questo cadavere, rovesciare tutti gli istituti politici e sociali che aduggiano la vita nazionale, farne esplodere una vita rinnovellata più ricca di promesse e di possibilità è il compito dei nostri compagni di Spagna. E il piccolo giornale ci porta la significante notizia della fusione del Partito socialista con quello repubblicano che deve preludere a un'azione interna più energica contro la monarchia, e un tentativo nuovo di ricreare quel magnifico movimento che nel 1909, pur ristretto alla sola Catalogna, costrinse la corona a liberare la nazione da alcuni dei ceppi medioevali iugulatori di ogni forma di vita libera[3]. Significante tanto più in quanto il Congresso non ha escluso la possibilità di uno sciopero generale nel caso che il governo decidesse, come pare abbia la velleità, di intervenire nel Portogallo per riportarvi l'ordine.
Il Congresso decise pure di pronunziarsi sul conflitto europeo e di prendere un atteggiamento ben definito; furono fatte dichiarazioni di vivissima simpatia per la Quadruplice intesa, nella vittoria della quale solo si vide la possibilità del ristabilirsi o del crearsi di condizioni più propizie allo sviluppo del socialismo. Questo atteggiamento è tanto più sincero e disinteressato in quanto dagli atti appare che nella Francia meridionale, e specialmente a Bordeaux, parecchio ebbero a soffrire gli operai spagnuoli quando pareva che i sottomarini tedeschi operanti nella Manica e nel mar di Irlanda si rifornissero sulle coste spagnuole; conflitti sanguinosi avvennero tra operai francesi e spagnuoli e vi furono molti feriti.
Fra le deliberazioni d'importanza minore notevole la decisione di istituire anche in Ispagna la Settimana rossa per intensificare l'opera di propaganda e di proselitismo, di far pressione nel modo più efficace perché sia posto termine all'avventura marocchina che tanto fiotto di ricchezza e di gioventù ha sottratto all'esauste vene della nazione spagnuola e di nominare direttore dell'organo del partito Pablo Iglesias, il più autorevole dei compagni.
Possiamo poco diffonderci nei particolari; ci mancano gli atti completi con le motivazioni e le discussioni sui vari ordini del giorno che pur tanto desidereremmo conoscere. Appare però chiaro che il Congresso si sciolse senza volgarità e banalità, in un ambiente di elevatezza morale confortante. Ci sentiamo come riconsolati per queste prove di una sopravvivenza di attività puramente socialista in Europa. Cosas de España, ridacchieranno orgogliosamente i piccoli beccamorti che noi conosciamo. Passiamo oltre. A noi anche i piccoli movimenti, che agli olimpici e miopi disqui-sitori di politica internazionale paiono trascurabili, appaiono grandi perché li ricolleghiamo con altri che noi soli sentiamo perché li viviamo. La coscienza della nostra forza si fa più grande, più fattiva appunto quando sentiamo più vivamente il legame che stringe questi piccoli fatti di Spagna o del Giappone, di Francia o degli Stati Uniti; ci sentiamo molecole attuose di un mondo in gestazione, sentiamo questa marea che sale lentamente ma fatalmente, e come l'infinità di gocce che la formano siano saldamente aderenti; sentiamo che nella nostra coscienza vive veramente l'Internazionale.
Passano le guerre, e le realtà nazionali si esauriscono nella loro stessa affermazione vittoriosa. Intanto un enorme polipaio umano sta costruendo, sicuramente, sordamente ma tenacemente, il banco corallifero che domani esploderà alla gioia del sole, anche se i pigmei dei vari nazionalismi credano d'averlo irretito come i Lillipuziani credevano d'aver irretito Gulliver coi loro fili di ragno.
[1] Fra il 5 e l'8 settembre 1915, per iniziativa del Partito socialista italiano, si era svolta nel villaggio svizzero di Zimmerwald una conferenza dei delegati dei partiti e gruppi socialisti di vari paesi europei per organizzare un'azione internazionale per la pace.
[2] II X congresso del Partito socialista obrero espafiol si era tenuto a Madrid dal 24 al 31 ottobre 1915. Cfr. «El Socialista», 31 ottobre 1915.
[3] A Barcellona lo sciopero generale del luglio 1909 contro l'invio di un corpo di spedizione in Marocco, si era trasformato in moto insurrezionale. L'insurrezione era stata soffocata nel sangue ma aveva provocato la caduta del reazionario governo Maura e la salita al potere dei liberali.