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56.11 - Bárberi Squarotti, Giorgio, Critica ermetica e critica marxista

Bárberi Squarotti, Giorgio, Critica ermetica e critica marxista, in «Lettere italiane» [Arona], VIII (1956), pp. 153-182

 

All’interno del panorama culturale che vede la critica marxista affermarsi su quella ermetica, di cui è fornita una breve introduzione basata sull’asse concettuale tra poetica, cultura e critica, l’a. ne approfondisce le ragioni ed i limiti.

La parte centrale dello scritto è dedicata alla critica marxista in cui l’estetica di Lukács rappresenta un punto fermo: l’a. prende le mosse da LVN e da alcuni spunti di MSBC per dimostrare l’esito negativo di un approccio teso a far collimare giudizio estetico e giudizio politico. La fondamentale distinzione gramsciana fra cultura e arte è stata intesa, erroneamente, con la riduzione del momento poetico a momento culturale: AG afferma «l’esigenza di un rinnovamento della tradizione attraverso l’affondarsi della parola poetica entro l’humus della cultura popolare» (p. 163); ne deriva perciò che la normatività è solo un momento dell’attività critica, mentre i critici marxisti, affermando una regola letteraria, conducono la poesia stessa sul piano dell’azione politica, con una conseguente rigidità normativa che dovrebbe essere estranea alla critica.

Pur contestando alle osservazioni su Manzoni un giudizio negativo sulla sola validità storica e politica e distinta da quella poetica, B. S. si sofferma sull’importanza della lotta gramsciana per una cultura nuova, che non significa la creazione di una nuova arte o di nuovi artisti, ma che la mutata cultura porta necessariamente con sé le condizioni per un rinnovato momento artistico.

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